Troppi farmaci nelle acque francesi

Si è è abituati a leggere articoli infuocati contro la chimica agraria ogni qual volta esca un report sullo stato delle acque. Gli agrofarmaci sono sempre al centro delle attenzioni mediatiche quando rilanciano i risultati dei periodici monitoraggi dei “pesticidi nelle acque” effettuati in Italia dalle Agenzie regionali per l’ambiente e accorpati poi dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Nessun report circola invece sulla miriade di altri inquinanti antropici, quasi che gli unici contaminanti delle acque siano i “pesticidi”.

Allarme farmaci nelle acque

Stanchi di tale situazione, gli agricoltori francesi han deciso di vederci chiaro e hanno commissionano un’indagine ambientale indipendente scoprendo che a inquinare i fiumi sono sì molecole di sintesi, ma a uso farmacologico. Nelle acque reflue di tre paesi, Angoulême, Cognac e Barbezieux, in Nuova Aquitania, son stati trovati una quindicina di farmaci, dai diuretici agli antinfiammatori, ai beta bloccanti, agli antidepressivi e agli ipolipidemizzanti come pure gli anti ipertensivi e gli antibiotici. Il solo diclofenac, antinfiammatorio non steroideo, presenta concentrazioni intorno ai due microgrammi per litro. La furosemide, diuretico, intorno a cinque. Valori simili per oxazepan, antidepressivo, e idroclorotriazide, altro diuretico, tutti livelli uguali o superiori a quelli di alcuni degli agrofarmaci nelle acque italiane.

Solo che mentre di questi ultimi si conoscono i dati di tossicità sugli organismi acquatici, dei farmaci nulla si sa in tal senso, poiché per la loro autorizzazione non sono richiesti dossier ambientali. Una lacuna che sarà quindi bene colmare in fretta, anziché ossessionare l’opinione pubblica sempre e solo contro i “pesticidi”

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Titolo: Troppi farmaci nelle acque francesi

Autore: Redazione

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